Il problema dell’inquinamento ambientale è ormai noto a tutti e rappresenta una minaccia non solo per per il futuro dell’ambiente, ma anche per la nostra salute. Tra le attività economiche che incidono maggiormente sulla sostenibilità ambientale, l’industria tessile è ai primi posti. Il settore della produzione e lavorazione dei tessuti contribuisce in maniera sostanziale ad aumentare il tasso di inquinamento ambientale. Un problema ormai riconosciuto in tutto il mondo, ma ancora sottovalutato dai consumatori.
Secondo il rapporto della Ellen Mac Arthur Foundation, il settore tessile, con i suoi 1,2 miliardi di tonnellate di CO2 emessa all’anno, supera persino la somma delle emissioni del trasporto aereo o marittimo.
I problemi principali causati dall'industria tessile
Ogni anno le persone accumulano sempre più tessuti altamente nocivi. L’abbigliamento che indossiamo ogni giorno è potenzialmente contaminato da sostanze tossiche che provocano sempre più casi di allergie e dermatiti della pelle.
Le sostanze tossiche utilizzate vengono inevitabilmente a contatto con la fauna e flora circostante le aziende e, di conseguenza, acqua, aria, animali e vegetali trasportano queste sostanze tossiche in ogni angolo del mondo, portando l’inquinamento ambientale su scala globale.
Tralasciando le condizioni di lavoro e di sfruttamento a cui (purtroppo ancora molto spesso) sono sottoposti i lavoratori del settore, i problemi principali causati dall'industria tessile possono essere ricondotti all'inquinamento delle acque, all’inquinamento atmosferico e a quello derivante dalla produzione di rifiuti solidi.
Durante il processo di lavorazione le industrie tessili riversano le sostanze nocive nell’acqua e nell’ambiente
L’inquinamento atmosferico e delle acque dovuto ai riversamenti delle industrie tessili è un fattore molto preoccupante.Gli elementi in gioco sono vari:
- A causa di depuratori poco funzionanti - o assenti - la maggior parte delle sostanze tossiche utilizzate nei processi produttivi è riversata nelle acque.
- Per candeggiare e colorare i tessuti si utilizza un’enorme quantità di acqua, ma anche sostanze chimiche come i coloranti, che vengono riversati nell’acqua e compromettono l’ambiente e la salute delle persone che vivono nella zona. Queste sostanze finiscono nelle fogne, nei fiumi e nei mari, inquinando le falde acquifere potabili e arrivando fino alle nostre case, nell’acqua che beviamo.
- L’uso eccessivo di risorse naturali - sfruttamento della terra per le piantagioni, di acqua per i processi di produzione e l’agricoltura intensiva - rompe l’equilibrio ecologico.
Molti dei vestiti che indossiamo sono trattati con sostanze nocive
I problemi che l’uso di prodotti tessili può causare alla pelle non sono ancora stati pienamente accertati, ma il nostro organismo assimila le sostanze tossiche utilizzate da alcune industrie tessili. Le conseguenze, a meno che non si tratti di evidenti reazioni allergiche, non sono immediate e potrebbero emergere solo col tempo.
Tra le sostanze nocive che potrebbero trovarsi nei capi che indossiamo ci sono:
- coloranti: che possono essere allergenici e/o cancerogeni;
- metalli pesanti: prodotti contaminanti dovuti alle tinture presenti negli indumenti di scarsa qualità e di dubbia provenienza;
- dimetilfumarato: si tratta di un tipo di antimuffa forte usato per preservare le fibre naturali durante lunghi periodi di stoccaggio, e che è un forte allergizzante;
- pesticidi come il Clorofenoli, che può trovarsi su fibre naturali - in particolare quelle cellulosiche - e sotto forma di scorie di produzione di alcuni tipi di coloranti.
La soluzione ideale per la nostra salute e quella dell’ambiente: scegliere tessuti naturali
Un modo per portare l’intero comparto tessile verso standard più rispettosi dell’ambiente e della salute, è preferire i tessuti naturali. Oggi i consumatori sono molto più attenti alla propria salute e a quella dell’ambiente e chiedono che i prodotti che acquistano siano più ecologici, premendo affinché i marchi di moda si impegnino verso innovazioni aziendali “ecologiche”. Per fare ciò adeguano i propri prodotti agli standard richiesti per ottenere le certificazioni tessili, come ad esempio la certificazione Oeko-tex.
Scegliere tessuti naturali, riciclabili e biodegradabili - come il cotone, il lino, la canapa, la juta, per esempio, impiegati in moltissimi settori, dalla < href="moda">https://www.sacchettiditessuto.it/ricerca/products/categoria/sacchetti-m... alla cosmetica, fino all’alimentare - è sicuramente il modo migliore per avviare dal basso un cambiamento.