Usato fin dai tempi della dinastia cinese Song, che regnò in Cina a cavallo tra il X e il XIII secolo d.C., il raso è un tessuto luminoso e lucido che è arrivato fin nella nostra epoca per dare un tocco di raffinatezza alla lingerie, all’arredamento di casa e alle confezioni dei nostri oggetti più preziosi.
Contrariamente a quanto credono in molti, il raso non è una fibra, ma un’armatura tessile - cioè un particolare intreccio dei fili dell’ordito con quelli della trama - che può essere realizzata usando diversi tipi di fibre: fibre naturali come la seta, la lana, il cotone o filati sintetici come il poliestere e l'acetato.
Scopriamo insieme la storia e le caratteristiche di questo particolare tessuto.
La storia del raso e del suo utilizzo
Il raso è un tessuto liscio, uniforme e rasato che presenta due facce opposte: da un lato è liscia e lucida e dall’altra è opaca.
Nato in Asia, è strettamente collegato alla seta, uno dei tessuti con cui può essere lavorato. Per millenni il raso è stato prodotto solo in Cina, sotto la dinastia Song del Nord tra il 960 e il 1127, come tessuto molto pregiato per l'abbigliamento e l'arredamento, mentre nelle successive epoche Ming e Quing veniva impiegato soprattutto come base per i ricami degli abiti dei dignitari della corte imperiale.
Nel Medioevo il raso conquista anche l’Occidente. In particolare il damasco, il lampasso e il broccato, che hanno come sfondo il raso, vengono ricordati nella storia per il loro impiego nella realizzazione degli abiti degli aristocratici e per gli ornamenti delle corti europee.
Oggi il raso è usato principalmente nell’abbigliamento - per i capi di lingerie femminile e gli abiti da sposa -, mentre nella moda maschile è usato per i rever degli smoking. Si usa per confezionare abiti eleganti, ma non solo. Il raso si usa per le camicie da notte, le camicette, le cravatte, gli abiti formali, i vestiti da sera e le lenzuola. È utilizzato nel settore dell’interior design, dell’arredamento e nel packaging di tessuto, per dare un aspetto elegante agli oggetti che si vogliono proteggere - ad esempio si può usare un sacchetto in raso per conservare i gioielli e deporlo nel portagioie, oppure una cover per la camicia appena acquistata da riporre nell’armadio - o per creare un’elegante confezione regalo.
Lavorazione del raso
Il raso è un'armatura, cioè un modo in cui si può tessere una stoffa: un intreccio a prevalenza ordito con punti di legatura a trame rade e disposte secondo un ordine regolare, non consecutivo.
Le più comuni versioni di raso hanno un rapporto d'armatura regolare sviluppato su 5 o 8 fili. C’è il raso duchessa, il più comune, che ha un rapporto di armatura regolare, cioè sviluppato su 8 fili, ed è anche detto raso cinese. È un tessuto molto lucido e pesante al tatto, ma non scivoloso. Ci sono poi quelli con intrecci irregolari, come il raso turco che ha un rapporto di quattro fili, il raso regina a sei fili e il raso meraviglioso a sette. Ci sono poi i rasi con rapporti più ampi, da sette, nove, dodici sedici e ventiquattro fili che sono poco usati.
Il processo di lavorazione - l’intreccio - varia in base al tipo di fibra che si impiega: viene usata soprattutto la seta, ma il raso si può ottenere anche con delle fibre artificiali, come il rayon (molto simile alla seta per proprietà di bellezza e brillantezza) oppure con tessuti sintetici come il poliestere.
Se si lavora con una fibra del tutto naturale, come ad esempio il cotone, il processo di tessitura del raso è più difficile perché la fibra deve subire la particolare lavorazione della calandratura, che consiste nel far passare il tessuto fra un rullo riscaldato e un manicotto di feltro per comprimerlo. È questo processo che che conferisce al raso il tipico aspetto lucido. Esistono anche tessuti realizzati in seta chimica che servono per decori e fodere. Ma è con la seta che si può ottenere un raso molto morbido e liscio.
Lavaggio del tessuto
Il raso è un tessuto raffinato, ma molto delicato perché composto da fibre lucide che possono scolorire o opacizzare facilmente. Quindi è opportuno lavare, asciugare e stirare il tessuto con particolare attenzione e specifici accorgimenti.
Prima di tutto, occorre lavarlo a mano in acqua fredda, utilizzare prodotti che siano poco aggressivi e che non contengono additivi chimici. Poi il raso va risciacquato con abbondante acqua fredda. A volte può essere lavato in lavatrice - dipende dalla miscela di fibre utilizzate - ma spesso deve essere lavato a secco o a mano.
Per evitare che scolorisca, nelle fasi successive è meglio non poggiare il capo a diretto contatto con i fili dello stendino, ma utilizzare un panno di cotone come base di appoggio. Anche nel momento dello stiraggio è opportuno utilizzare il panno di cotone per evitare il contatto diretto con il ferro da stiro caldo.
Perché preferire il raso agli altri tessuti
Il raso è un tessuto lussuoso e sensuale, particolarmente riconoscibile perché lucido e molto liscio, oltre che per il suo aspetto lucente che dona sempre molta brillantezza a qualsiasi abito, arredamento o oggetto a cui è accostato. In base alle fibre utilizzate può essere più o meno morbido.
È un tessuto resistente e, se trattato con i dovuti accorgimenti, dura a lungo ed è difficile da stropicciare. Infatti un sacchetto in raso può essere utilizzato per trasportare e conservare anche calzature o addirittura caschi da moto.
Inoltre, il prezzo del raso può essere molto alto o a buon mercato: il raso di seta è il più costoso perché più pregiato, morbido e adatto al contatto con la pelle, mentre il raso di fibre sintetiche - come il poliestere o il nylon - è più accessibile, pur mantenendo ottime qualità.
Curiosità
A livello internazionale il raso è comunemente conosciuto anche con il termine satin, che deriva da Zeitun, nome con cui gli arabi chiamavano Zhangzhou, città cinese in cui molto probabilmente è stato prodotto il raso per la prima volta.