Il settore dei tessuti è sempre in continua espansione. Oggi si può contare su un'ampia varietà di tecniche di stampa e di tessitura e su un continuo studio per la combinazione di più fibre che danno vita a nuovi materiali.
Per questo, ormai, sul mercato esistono vari tipi di tessuti: alcuni sono dei “classici” da sempre apprezzati, altri invece sono poco conosciuti o “nuovi”.
Come puoi trovare il tipo di stoffa migliore per le tue esigenze, se la selezione è così vasta?
Per scegliere una tipologia di tessuto piuttosto che un’altra, dovresti prima pensare all’uso che devi farne. Per esempio, se vuoi realizzare un packaging di tessuto avrai bisogno di materiali resistenti, morbidi al tatto e magari traspiranti.
Canapa, juta e cotone sono i tessuti più utilizzati in questi casi. Ma se volessi dare al sacchetto un aspetto più particolare o innovativo? Esistono decine - forse centinaia - di stoffe diverse ma, per scegliere quella giusta per le tue esigenze, devi prima imparare a riconoscerle e distinguerle.
Scopriamo insieme quali e quanti tipi di tessuto esistono.
Quante tipologie di tessuto esistono?
Qualunque sia la loro caratteristica distintiva, tutte le fibre esistenti si dividono in tre grandi tipologie di tessuto: naturale, sintetico e artificiale.
Tutti i tessuti naturali sono composti da fibre di origine animale o vegetale. Sono molto antichi, facili da tingere, da filare e da personalizzare, ma soprattutto sono prodotti utilizzando peli di animali o fibre di cellulosa estratte da vari tipi di piante. I più conosciuti sono: lana, seta, cotone, lino, canapa, bamboo.
I tessuti sintetici come il nylon e il poliestere, invece, sono composti da fibre e componenti creati artificialmente attraverso processi chimici e industriali. Nascono dallo studio dell’uomo per soddisfare precise esigenze e questo li rende molto più versatili, durevoli ed economici rispetto a quelli naturali. Spesso queste fibre sono lavorate insieme a quelle naturali, come il cotone, per ottenere altri tipi di tessuti differenti.
Fanno parte di questa tipologia anche i tessuti tecnici, cioè filati prodotti con poliestere mescolato ad altre fibre (naturali o sintetiche), che si caratterizzano per essere leggeri e traspiranti, ma allo stesso tempo caldi e impermeabili.
Anche i tessuti artificiali sono creati con l’utilizzo di sostanze chimiche, ma si distinguono dai sintetici perché creati a partire da una sostanza naturale. Sono considerati sostenibili perché prodotti evitando l’utilizzo di materie di origine petrolifera. La maggior parte delle stoffe artificiali è classificabile come viscosa, altre vengono classificate come bioplastiche o bio-based a seconda della materia prima utilizzata. Sono più economiche di quelle naturali perché i costi di produzione sono più bassi. Ogni tessuto presenta sempre una certificazione che ne indica le caratteristiche.
Ci sono quindi tanti tessuti che potresti utilizzare per le tue esigenze e in questo articolo ti presentiamo 12 materiali che forse ancora non conosci.
12 tipi di tessuti che forse ancora non conosci
Ecco 12 materiali particolari nell’aspetto e nelle caratteristiche che forse non hai mai visto.
1. Jacroki
Il jacroki è un materiale nuovo e innovativo che ha l’aspetto di un foglio di carta. Creato da pochi anni, si distingue per il suo particolare aspetto che lo rende più simile alla carta che a un tessuto. Eppure lo è: si tratta di una stoffa artificiale composta da fibre naturali e fibre cartacee riciclate. Le sue caratteristiche ecologiche si uniscono alla robustezza e alla resistenza meccanica di un tessuto standard.
Nonostante sia “nuovo”, sempre più aziende di settori diversi stanno introducendo l'utilizzo di questa tipologia di materiale: dalla moda fino al packaging!
2. Tessuto non tessuto
Il nome dice tutto! Simile per aspetto, caratteristiche e utilizzi, il tessuto non tessuto - conosciuto anche con l’acronimo TNT - non può essere considerato una stoffa. Questo materiale è infatti creato con procedimenti diversi dalla tessitura e con materie prime artificiali come il polipropilene. Essendo però molto resistente e versatile, il TNT può essere utilizzato come telo protettivo nell’agricoltura e nell'edilizia, come packaging, ma anche per l’arredamento o per creare mascherine chirurgiche.
Altre caratteristiche importanti di questo tipo di fibra sono:
- morbidezza e proprietà antigraffio;
- flessibilità (è inoltre un tessuto facile da tagliare);
- permeabilità all’aria;
- resistente perché non sbiadisce;
- personalizzabile, perché può essere saldato con calore e ultrasuoni, anche stampando elementi grafici.
3. Gros-grain
Il gros-grain - dal francese “grana grossa” - è un tessuto in cotone mescolato con altre fibre come seta, rayon o altri filati sintetici. Nonostante il suo aspetto particolare, inizialmente era utilizzato solo per rinforzare le guarnizioni degli abiti femminili.
La sua caratteristica distintiva è la rigidità. Utilizzato sotto forma di fasce e nastri, è ancora oggi utile in tanti settori diversi: nell’artigianato per la rilegatura e il restauro di libri, nel settore del packaging come nastrino di chiusura e di rifinitura esterna dei sacchetto di tessuto, per la realizzazione di accessori quali borse, portafogli, cappelli.
Anche la modalità di tessitura è diversa da quella di molte altre stoffe, perché il gros-grain è un tessuto in tinta unita con un’armatura a tela, dove è presente una dominazione di ordito che copre completamente la trama.
4. Bouclé
Il bouclé è un tessuto caldo a pelo lungo caratterizzato da piccoli nodi e anelli sulla sua superficie.
Viene realizzato con una fibra composta da almeno due fili, anche conosciuta come filato bouclé (da boucler «arricciare» e boucle «riccio, anello»), da cui prende il nome.
Si può produrre a mano o a macchina: il primo metodo consiste nel tirare uno dei due fili (chiamato anima) in modo da tenerlo in tensione mentre gli si fa attorcigliare intorno l’altro filo (definito filato a effetto). In questo modo il tessuto assume il suo tipico aspetto irregolare, ad anelli. Nella filatura a macchina, invece, il filato può essere creato in un unico passaggio, utilizzando un fuso cavo.
5. Jacquard
Il jacquard è un tessuto facilmente riconoscibile grazie ai suoi caratteristici disegni geometrici, estremamente complessi e ricchi di colori.
È realizzabile con uno specifico telaio che prende il nome dal suo inventore: Jacquard. Si tratta di una classica macchina tessile che va aggiunta al macchinario della filatura per permettere la movimentazione automatica dei singoli fili di ordito. Questa procedura è essenziale per permettere di intrecciare fibre di vario colore ottenendo disegni di diverse dimensioni.
Grazie alle sue particolari caratteristiche ha conquistato il mondo della moda, ma viene utilizzato anche in altri settori come quello dell'arredamento e del packaging in tessuto.
6. Tweed
Il tweed è un tessuto antico di lana cardata, poroso al tatto. Di origini scozzesi, è famoso per la sua consistenza solida. È molto caldo e resistente e per questo è utilizzato soprattutto per l’abbigliamento invernale.
Inizialmente veniva tessuto a mano solo nei colori grigio e nero e con effetto spigato (cioè con armatura a lisca di pesce), ma pian piano sono state introdotte altre tonalità, tra cui quelle tipiche dei tartan scozzesi e diversi altri motivi, tra cui il checked (quadretto), l’overchecked (finestrato) e tanti altri.
7. Alcantara
L’alcantara è un tessuto - a marchio registrato - con base di microfibre, di aspetto simile al camoscio, usato per confezioni o come rivestimento (Fonte Treccani). È molto elegante e raffinato e si adatta bene ai settori luxury, di abbigliamento, ma anche di arredo e packaging di tessuto.
Si tratta di un materiale molto resistente e duraturo nel tempo, perché prodotto attraverso speciali processi di filatura che combinano microfibre e poliuretano.
8. Fresco lana
Un materiale che può trarti in inganno! Si tratta di un tessuto naturale in raso di lana, utilizzato in particolare per l’abbigliamento estivo. Infatti, anche se il nome può far pensare a un tessuto invernale, è un materiale molto più fresco della stoffa da cui prende il nome e che si distingue per la sua resistenza agli strappi e alle sgualciture. Ha anche una maggiore traspirazione del cotone, è morbido, ipoallergenico e non irrita la pelle.
9. Organza
L’organza è una stoffa sottile tradizionalmente tessuta con la seta. Dall’aspetto trasparente, opaco e sofisticato.
Simile sotto molti aspetti allo chiffon, questo tessuto è leggermente più pesante e rigido e caratterizzato dalla mano "croccante" conferita dalla sericina (la “corteccia” della seta).
Con il suo effetto elegante e luminoso, è adatto a molteplici utilizzi: per esempio per gli abiti da sposa, ma anche come confezione per brand dell’alta moda e gioiellerie, grazie alla capacità della stoffa di catturare la luce e rifletterla.
10. Econyl®
Un vero e proprio materiale rivoluzionario, l’econyl® è un tessuto sintetico recente che, nato come programma di recupero di rifiuti plastici rigenerabili, si pone come una delle fibre sintetiche più ecologiche in commercio. Anche se molto simile al nylon (che però è poco sostenibile), l’econyl® è molto più green perché deriva dalla rigenerazione di polimeri di plastica riciclata. In particolare, nasce dal recupero di reti da pesca abbandonate negli oceani, tappeti domestici, rifiuti plastici industriali e scarti di stoffe utilizzate dall’industria tessile.
Per tipologia, è considerato un tessuto e non una bioplastica, perché quest’ultima proviene da materie prime di origine vegetale biodegradabili o compostabili, mentre l’econyl® deriva esclusivamente dal riciclo della plastica.
11. Il cotone di mussola
Il cotone di mussola è un tessuto leggero e morbido di origine vegetale, quasi trasparente e dall’armatura simile alla tela. È una fibra naturale antichissima che può essere fatta di seta, cotone o lana. Si pensa sia di origine bengalese e già Marco Polo ne parlava nei suoi viaggi.
Ancora oggi, nonostante le antiche tecniche di lavorazione siano andate perdute, nella sua versione moderna questo cotone è molto usato per l’abbigliamento, l’arredo e il packaging.
Si caratterizza per la sua composizione unica, dove i fili di trama sono più sottili di quelli dell’ordito, con una densità di circa 26 fili e 24 trame al centimetro. La sua variante più leggera è la mussolina, detta anche “pelle d’uovo”.
2. Georgette
Ecco un tessuto poco conosciuto, che si distingue per la ricorrenza di pieghe leggere e raggrinzite che gli conferiscono un aspetto ruvido, ma allo stesso tempo fluido.
ll georgette è un filato crespo prodotto con seta, lana o fibre sintetiche ad alta torsione (sia in ordito che in trama), ma esiste anche in una varietà chiamata Crêpe de Georgette che ha come caratteristica una leggera ondulazione crespata. Grazie alla buona traspirabilità e a un'ottima elasticità, questo particolare tessuto è utilizzato nell’abbigliamento e nella confezione di abiti eleganti.
Hai mai sentito parlare di ecopelle?
Tra i vari tipi di tessuti c’è anche l’ecopelle. Non si tratta di una soluzione sintetica, ma di derivazione animale. L’ecopelle è una pelle vera e propria che però viene conciata con metodi che rispettano l’ambiente, nel rispetto della normativa UNI 11427:2011.
Esistono poi delle varianti a questo tessuto. Un esempio? La finta pelle o similpelle, che è una riproduzione fedele del materiale di origine animale, ma di origine sintetica.
Per ottenere la pelle sintetica solitamente si riveste un supporto di tessuto con un materiale plastico - che può essere il poliuretano, per esempio - a cui vengono poi impresse le tipiche pieghe e rugosità del cuoio. Esistono però anche alternative sostenibili e innovative ricavate con un mix di materiali sintetici e organici derivati dagli scarti delle altre lavorazioni.
L’ecopelle e la finta pelle si usano spesso nell’abbigliamento, ma anche nel packaging di lusso, per gioielli, calzature e bigiotteria.
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